Vuoi tasso agevolato? Tu fare polizza!

Gli escamotage commerciali tradizionali erano finiti, oramai per piazzare una polizza in una delle “bancheassicurazionitiroacampare” siamo andati verso l’infinito e oltre!.

La storia è ormai un classico del panorama bancario italiano degli ultimi anni: cliente imprenditore che rinegozia un mutuo ottenendo un tasso ottimo dalla banca subentrante. Ma, c’è un ma. La polizza sul bene oggetto del contratto, in questo caso una semplice abitazione privata, va fatta con loro.

“Eh, sa, noi vogliamo la copertura!” Giusto.

“Ma io ho già la mia polizza, posso vincolare quella, è corretto”?

“Potrebbe si in effetti, ma noi la esigiamo con somma assicurata pari a valore di perizia e a premio unico e con scadenza non antecedente alla scadenza del contratto di mutuo e con la copertina rossa e con le pagine profumate di rosellina.”

Che la polizza debba essere correttamente tarata sul rischio non ci piove, quindi ok il valore di perizia, ma per tutto il resto dove sta la normativa che obbliga un assicurato a stipulare una polizza con quegli altri “capricci”? Semplice, non c’è!

Finale triste

Ovviamente il cliente in questione si rivolge a noi, per avere lumi sul da farsi!. Chiedo per iscritto delucidazioni su quanto vi ho raccontato sopra, ma tali spiegazioni non arriveranno mai. (per iscritto, ovvio).

In compenso il cliente mi chiama dicendo che (testuale): “devo farla con loro, sai, per il tasso…”. Lo capisco, profondamente. Glisso e faccio in modo che la cosa proceda.

Non che la cosa sconvolga il PIL nazionale, parliamo di poche centinaia di euro. L’imprenditore lo comprendo e ha ragione – tutto sommato risparmia. Forse capisco anche l’interlocutore in banca, che non decide alcunché e viene stressato sul raggiungere i budget tutti i santi giorni che il buon Dio manda in terra.

A vedere, però, i numeri e gli articoli che fioccano in merito alle lamentele/contestazioni sull’operato di taluni operatori mi accorgo che la cosa non passa assolutamente inosservata al consumatore medio.

Ecco alcuni articoli a riguardo:

  • Panorama: “Risparmio, vatti a fidare delle banche” – Leggi articolo
  • Altroconsumo: “Chiedi un prestito, ti rifilano la polizza” – Leggi articolo
  • Sindacato agenti: “Vendita di polizze in banca, scoperti migliaia di casi di violazione della normativa. Le denunce sul tavolo di Ivass, Bankitalia, Antitrust e AGCM” – Leggi articolo

C’è poco da fare, quando si fa business senza sapere quello che si tratta ed esclusivamente per remunerare un’attività che non rappresenta il proprio core business (non mi spingo a parlare di vision perché sarebbe decisamente fuori luogo,) non si otterranno mai né soddisfazioni per il proprio operato né vantaggi per la propria clientela.

Perplessità

Sono perplesso da questo business dell’assicurazione come metodo di remunerazione indiretta e, per certi versi, sottobanco. Sono perplesso per l’ulteriore storpiatura che lo strumento assicurativo deve subire in un contesto che gli è sempre stato culturalmente sfavorevole, in questo paese. Sono ancora più perplesso riguardo alla “pornografia” assicurativa che circola nei media tra cani segugi e vacanzefacili.it.

Più in generale, purtroppo, pare che a tanti piaccia fare i “pornoattori vergini” nei convegni, salvo poi  inventare ogni strategia possibile per scansare un’etica professionale che, in certi contesti commerciali, sta sempre più scemando verso il grottesco.

Cari imprenditori, se avete l’impressione che in banca vi abbiano rifilato polizze una sopra l’altra senza che sappiate nulla è perché probabilmente avete ragione. Diamo un occhiata senza impegno, e sono sicuro che ci “divertiremo”.

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