Polizza vita: cosa sapere per fare la scelta giusta

Nel complicato ambito dell’investimento e della gestione e tutela del risparmio gli strumenti assicurativi sono, storicamente, piuttosto apprezzati dal popolo italico. Le caratteristiche di prudenza e di tutela tipiche di questi prodotti,  uniti a risparmi fiscali piuttosto importanti hanno affascinato e fatto crescere i piccoli e i grandi gruzzoli dei risparmiatori.

Se questa situazione poteva essere sostanzialmente corretta  fino ai primi anni 2000  le cose poi sono decisamente virate, non tanto nella propensione al risparmio caratteristica culturale fondativa del nostro popolo quanto, piuttosto, nella creazione di prodotti assicurativi sempre più fantasiosi  e variegati che sono diventati più speculativi e che hanno perso, via, via la caratteristica fondante e, a mio modo di vedere, discriminate, dell’investimento assicurativo:  la garanzia del capitale e di un rendimento.

Gestione separata e Unit linked: “chi” sono e quali vantaggi hanno?

Cerchiamo di comprendere nel dettaglio i due strumenti principali che possiamo trovare all’interno dei prodotti assicurativi sulla vita nel mercato:

Gestione separata (Ramo I): la Gestione Separata (ne abbiamo parlato anche in QUESTO articolo) è una particolare gestione finanziaria, appositamente creata dalla Compagnia, nella quale vengono investiti i capitali dei Clienti che sottoscrivono una Polizza Vita Tradizionale, la tipologia di prodotti generalmente definita di “Ramo I”. Questa a differenza di qualsiasi altra forma di investimento garantisce in un determinato momento il capitale investito (al netto dei costi e calcolato al costo storico di acquisto) e un eventuale rendimento minimo (in generale annuo composto).

La gestione è “separata” dalla gestione caratteristica della Compagnia e con una serie di meccanismi di tutela è “garantita” al risparmiatore che trasferisce, di fatto ,alla Compagnia il rischio della perdita finanziaria. Questo meccanismo vale per qualsiasi forma di polizza sia essa a versamenti annui a premi unici, a premi unici ricorrenti ed e anche indipendente dal tipo di polizza che può presentare anche garanzie accessorie (quali complementari caso morte o infortuni – definendo de facto – una polizza mista).

Ciò che conta è che la componente di risparmio sia protetta e garantita dalla Compagnia. Quest’ultima investe i denari presenti nella gestione separata in strumenti a basso rischio (come i titoli di Stato) e con orizzonti temporali differenti in modo da limitare al massimo i rischi e di garantire un rendimento in linea con i movimenti inflattivi.

I vantaggi:

  • la garanzia di restituzione del capitale versato a scadenza;
  • il consolidamento annuo delle prestazioni;
  • il patrimonio separato da tutte le altre attività finanziarie della Compagnia;
  • la valorizzazione dei titoli in portafoglio a “prezzo storico“;
  • tassazione sui rendimenti più favorevole (perché maturata da titoli di stato tassati al 12.50%).

Unit Linked (Ramo III): nelle Assicurazioni Unit Linked il premio versato non confluisce in una Gestione Separata ma in un Fondo Interno, oppure in un Fondo Comune o in una SICAV (Società di Investimento a Capitale Variabile).I fondi della Unit Linked possono operare su più mercati finanziari rispetto alle Gestioni Separate, attraverso un più ampio ventaglio di opzioni di investimento. Non vi è garanzia di restituzione del capitale investito.

Il consiglio di base è quello di frazionare il versamento del premio annuale in questa tipologia di polizze. Se il frazionamento è mensile, infatti,  ogni mese acquisterò un certo numero di quote in dipendenza del valore che la quota avrà in quel momento. Frazionando i versamenti statisticamente acquisterò più quote di chi verserà il premio in un’unica soluzione (e riduco i rischi di oscillazione del mercato).

I vantaggi:

  • possibilità di rendimenti maggiori;
  • opzioni di investimento più ampie;

E’ solito, inoltre, trovare sul mercato prodotti “misti” ovvero con una componente di Gestione separata e un’altra di Unit linked , con la possibilità per il cliente di scegliere il peso dell’allocazione su ciascuna delle due soluzioni.

Un mercato che sta cambiando faccia

Da quanto detto si comprende che la situazione del mercato ha portato i risparmiatori e soprattutto le Compagnie a cercare delle alternative più profittevoli (visti anche gli scarsi o addirittura negativi rendimenti dei titoli di stato e degli strumenti d’investimento più tradizionali e “sicuri”) e  più “rischiose” (sul concetto generale di rischio rimando a QUESTO articolo). Dunque, soprattutto, dalla metà degli anni 2000, sono fiorite “polizze vita”  che hanno perso completamente e gradualmente le caratteristiche di tutela dei denari dei clienti, trasformandosi in strumenti finanziari piuttosto complessi che promettono molto ma che, in generale, mantengono poco.

Le polizze Unit linked che, come detto, investono solitamente in quote di fondi comuni d’investimento (azionari, bilanciati, obbligazionari) o in fondi di fondi (evviva!!!) e le meno diffuse polizze index linked  legate solitamente ad ipotesi di performance positiva o negativa di uno o più indici di mercato, sono strumenti che presentano sia i difetti delle polizze vita tradizionali come un certa rigidità in uscita (con penali et alter) e i costi elevati, amplificati dalla ridondanza dei costi di gestione e quelli propri del fondo, sia la caratteristica tipica del fondo comune d’investimento ovvero il rischio finanziario proprio (guadagnare o perdere valore del proprio capitale).

L’unica caratteristica che resta invariata perché tipica della struttura della polizza vita (altrimenti non sarebbe tale) è la presenza dei tre soggetti chiave contraente – assicurato  – beneficiario che garantisce, in caso di morte dell’assicurato, la liquidazione del capitale direttamente al beneficiario designato e la protezione del capitale investito da attacchi esterni data la generale impignorabilità e la insequestrabilità dello strumento. Vantaggi decisamente irrilevanti, nella maggior parte dei casi, rispetto alla scelta di investire direttamente in fondi comune d’investimento o in strumenti tipicamente finanziari.

Infine, una nota particolare va fatta in merito ai “caricamenti”  ovvero i costi che ogni Compagnia prevede all’interno dei contratti. E’ molto importante confrontare quanto denaro, rispetto al premio annuo/unico versato, vada effettivamente investito e quanto invece venga eroso dai costi.

Se mi propongono una polizza cosa devo verificare?

  • Appurare se si tratta di un investimento in Gestione separata, in Unit linked o, se misto, in quali percentuali dell’ una e dell’altra;
  • I caricamenti applicati al contratto ovvero: quanto se ne va in costi di ogni versamento che faccio?
  • Le penali di riscatto anticipato previste;
  • I rendimenti storici rispetto al benchmark (ovvero rispetto al parametro di riferimento del gestore)

A conclusione di questa breve disamina va però specificato che sono il sistema bancario e il sistema postale (più che il sistema assicurativo tradizionale) a spingere sui prodotti assicurativo/finanziari con una quota di mercato pari al 62,9% nel 2016 (Dati ANIA). (Ne parlavamo in QUESTO articolo qui sul blog). Il motivo potrebbe essere banale, garantiscono ottimi guadagni ai gestori e agli allocatori (con il sistema del doppio costo)  trasferendo tutti i rischi al cliente.

A pensare male si fa peccato ma….

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