Covid-19 e contagio sul lavoro: i dati del Veneto al 31 ottobre 2020

Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo la diatriba mediatica e giuridica in merito alle responsabilità del datore di lavoro in caso di contagio da Covid-19 sul posto di lavoro (ne abbiamo parlato in QUESTO recente articolo), dagli ultimi bollettini statistici INAIL emergono i numeri da inizio anno sino al 31 ottobre 2020.

Le statistiche si riferiscono alle denunce inoltrate all’istituto secondo le disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, che equiparano l’origine virulenta a quella violenta – presupposto indispensabile per poter considerare il contagio come “infortunio”.

Da un punto di vista generale si è assistito a una prevedibile diminuzione delle denunce nell’intervallo di tempo intercorrente tra la prima e la seconda ondata epidemica, per poi risalire in concomitanza di quest’ultima.

Come evidenziato dal primo estratto le denunce nella regione Veneto sono state in totale 5.443, con 10 casi mortali. Le classi d’età maggiormente colpite restano quelle comprese tra i 35 e i 64 anni, comprendendo il 77,3 % dei casi totali.

Rispetto alla data di rilevazione del 30 settembre le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 835 casi (dei quali 716 avvenuti a ottobre, i restanti riconducibili a mesi precedenti); i decessi non si sono incrementati. Il rilevante aumento ha riguardato tutte le province, ma più intensamente in termini relativi quelle di Belluno e Venezia.

Nella suddivisione per attività economiche spicca il dato (prevedibile) relativo al settore sanitario, che accorpa il 78 % delle denunce, seguito dal manifatturiero con il 4,4 %. Riassumendo:

  • il 78,0% delle denunce codificate per attività economica (Ateco) riguarda il settore “Sanità e assistenza sociale” tra cui gli ospedali, le case di cura e di riposo incidono per tre quarti dei casi;
  • il settore manifatturiero incide per il 4,4% delle denunce, in particolare nell’industria alimentare con una cospicua presenza di operai specializzati nelle lavorazioni di macellazione;
  • il settore “Altre attività dei servizi” registra il 2,8% delle denunce, con prevalenza di personale qualificato nei servizi sanitari e sociali e tecnici della salute.

il settore “Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione” registra il 2,0%; tra le professioni tipiche del settore rientrano camerieri e cuochi.

Da un punto di vista territoriale, infine, emerge la provincia di Verona, con il 27,2 % dei casi totali, forse condizionata anche dalla vicinanza con la regione più colpita d’Italia, la Lombardia, con la quale confina. Seconda la provincia di Treviso con il 19,2 % dei casi riscontrati.

E’ giusto ribadire che la statistica vuole dare al lettore una visuale generale dell’andamento dei contagi sui luoghi di lavoro senza entrare nelle disamine sulle responsabilità civili e penali in capo ai datori di lavoro, per i quali rimane certa la posizione di garanzia, sulle quali accertate responsabilità cosi come imputazioni per reato non vi sono ad oggi statistiche sulle quali ragionare.

Per gli approfondimenti del caso si rimanda ai nostri articoli precedenti; per chi volesse invece analizzare più nel dettaglio le strategie assicurative disponibili sul mercato a tutela di imprenditori e amministratori si consiglia la lettura di QUESTO articolo.

Nicola Massagrande