L’assicurazione non paga mai!
Qualsiasi intermediario assicurativo, o impiegato di agenzia assicurativa o dipendente di qualche Compagnia, che abbia un’anzianità lavorativa superiore al mese avrà ascoltato sicuramente queste affermazioni piuttosto spesso:
- L’assicurazione non paga mai!
- La mia polizza copre tutto!
Queste due frasi, apparentemente antitetiche, sono il frutto della medesima discrasia percettiva che avvolge il mondo, spesso oscuro, dei contratti di assicurazione. Tale discrasia nasce e si sviluppa attraverso due fattori che concorrono a rendere complesso, e spesso di difficile interpretazione, lo stesso senso ed il fine dell’azione di assicurarsi. I due fattori si possono riassumere in fattori contrattuali e fattori comunicativi.
La percezione dell’assicurazione
La difficoltà cognitiva (QUI per approfondire il concetto di cognizione) insita nel contratto di assicurazione può essere compresa considerando, innanzitutto, la caratteristica peculiare del contratto stesso. Si paga un servizio, la copertura in caso di sinistro, che non è certo né che si verifichi né quando. Questo emerge in qualsiasi caso sia che si tratti di un danno diretto, come per esempio un furto, sia che si tratti di una richiesta di risarcimento (un danno di responsabilità civile).
Inoltre, vi è un altro problema piuttosto consistente: il contratto di assicurazione è latente ed aleatorio, ovvero non è neppure certo che si godrà del servizio, essendo connesso strettamente al concetto di “Rischio” (QUI l’articolo del blog per approfondire) tanto caro agli assicuratori.
Molto spesso (fortunatamente) passa un tempo decisamente lungo da quando si stipula il contratto a quando si testerà la sua efficacia. In questo tempo indeterminato il rapporto con il contratto è essenzialmente amministrativo e la memoria sulle caratteristiche e sui limiti dello stesso perde di efficacia.
In questo periodo, in cui non è successo nulla e tutto scorre senza intoppi, è molto probabile che se si interrogasse la persona che ha stipulato il contratto, magari dopo una lunga ed estenuante trattativa, risponderebbe che la sua polizza copre tutto! Ovvero che soddisfa le sue aspettative. Sicuramente si sarà dimenticato di franchigie/scoperti, delle esclusioni e del fatto, per esempio, che la polizza copre i “danni materiali diretti alle cose assicurate”. Nella sua testa se ci sarà un evento (qualsiasi evento) che riguarderà il perimetro del contratto di assicurazione ci sarà un intervento della stessa a suo favore.
Questa, in estrema sintesi la dinamica percettiva che permette l’emersione di quella convinzione che la nostra situazione assicurativa è, essenzialmente, corretta.
La cosa viene poi rafforzata se succede un evento che ha un esito in linea con le mie aspettative, ovvero, se succede un sinistro e la risposta che ricevo dal contratto è esattamente in linea con ciò che mi aspetto. L’assicurazione risarcisce integralmente in tempi brevi e senza particolari obiezioni. Nella mia testa emerge questa convinzione: “Vedi, la mia polizza copre tutto!”
In questi casi, l’aspettativa è confermata, non emerge nessun problema, il livello percettivo è basso e tutto procede serenamente, finché…
La situazione inattesa o non prevista
Finché non succede qualcosa che non ci aspettiamo (per una riflessione fenomenologica interessante su questo aspetto dell’esperienza cognitiva consiglio la lettura di Schutz in particolare del concetto di epochè) , o meglio, che disattende le nostre aspettative. Gli esempi di questo possono sprecarsi e sono connessi sempre ai medesimi fattori che possiamo riassumere come contrattuali e comunicativi.
Cosa succede in pratica?
L’assicurazione è stata nel cassetto per un lungo (ed indeterminato) periodo, per questo motivo l’idea che abbiamo su di essa è piuttosto vaga e confusa. Non ci ricordiamo più esattamente cosa “fa”, cosa copre, ci ricordiamo che paghiamo un salatissimo premio…
Succede il sinistro “complicato” e l’assicurazione paga solo in parte o non paga affatto. I motivi possono essere i più disparati. Per rendere più “pratica” la situazione riporto alcuni esempi di vita vissuta:
- Con uno sbalzo di tensione si brucia il mio pc portatile che ormai a 7 anni (ma va benissimo) ne compro uno nuovo e mi risarciscono meno della metà;
- Arriva un temporale piuttosto violento che provoca un trabocco delle fognature che danneggia il mio fabbricato e parte del suo contenuto; attivo la mia polizza è mi dicono che la fattispecie è esclusa e quindi non otterrò alcun risarcimento;
- La mia auto subisce un danno vandalico e dopo la beffa mi trovo a dover pagare ben 500,00 € al carrozziere per un danno di 1.000,00 €.
Questi esempi evidenziano come il problema percettivo sia fondamentale nell’esito, positivo o negativo, di un sinistro. L’aspettativa delusa è il fattore chiave nella percezione comune che fa affermare alle persone, che: l’assicurazione non paga mai!
Il fatto non è che “non paga mai” ma che non paga come ci si aspetta, ovvero, come si è convinti agirà nel caso in cui si attiverà.
L’idea, l’aspettativa è molto spesso che non dovrò fare nulla e riceverò quanto mi spetta. La realtà è, come sempre, un po’ più limitata e complicata.
Innanzitutto, riceverò effettivamente quanto mi spetta ma in relazione al contratto che ho stipulato. Ed è per questo che è necessaria una consapevolezza di questo particolare oggetto e una comprensione (seppur superficiale) dei meccanismi che lo muovono.
Esiste una soluzione?
La chiave per far sì che l’aspettativa non sia delusa è la conoscenza, almeno dei fatti chiave che possono verificarsi. E se questo non è possibile, passata la delusione, cercare di comprendere insieme al proprio consulente le motivazioni che hanno comportato questa insoddisfazione. Anche perché, lo sappiamo tutti molto bene, un fatto negativo resta decisamente più impresso nella nostra mente rispetto ad un evento positivo (o meglio in linea con la mia aspettativa).
Concludendo è solo la consapevolezza che può permettere di evitare che tra tanto, tempo non si verifichi nuovamente una spiacevole discussione sul fatto che: “l’assicurazione non paga mai”. Proprio per questa ragione effettuare un Check-up della propria posizione assicurativa (ne abbiamo parlato QUI) apporta consapevolezza delle garanzie operanti, del loro limiti e della loro (o meno) appropriatezza.