Compreresti una Ferrari senza freni?

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Per quale motivo non si venderebbero mai auto senza freni? Perché l’impatto economico riguardo al rischio di non riuscire ad arrestare il veicolo in uno spazio ragionevolmente breve è enormemente più elevato del risparmio economco ottenuto dal mancato acquisto dell’impianto frenante.

Ok, appare banale, ma questo è il succo del ragionamento quando si parla di “Costo totale del rischio” (TCR, ovvero “Total cost of risk”):

Facciamo alcune ipotesi per raccontare un caso semplice:

Costo della Ferrari: 200.000 €

Costo dell’impianto frenante (ipotizziamo) = 25.000 € una tantum + 800 €/anno manutenzione

Per una vita media utile prevista del mezzo di 8 anni, siamo sui 4.000 € di costo impianto annuo.

Scenario e TCR Impatti economici
Collisione con pedone per mancato arresto veicolo e distruzione auto Massimo impatto possibile: 200.000 € (distruzione autovettura) + 1.000.000 € (pedone ucciso) = 1.200.000 €
TCR caso 1 (assenza impianto frenante) 1.200.000 * probabilità distruzione macchina e uccisione pedone (0,10 %) = 120.000 €
TCR caso 2 (impianto frenante attivo) 1.200.000 * probabilità distruzione macchina e uccisione pedone (0,01%) = 12.000 € + costo complessivo annuo impianto frenante 4.000 € = 16.000 €

Riduzione annua TCR (TCR caso 1 -TCR caso 2) = 104.000 €

Che cosa ho fatto “praticamente” acquistando una macchina dotata di adeguato impianto frenante? Ho ridotto la probabilità in misura largamente sufficiente a migliorare il costo totale del rischio, in quanto la strategia applicata (freni) si è rivelata estremamente vantaggiosa.

E’ un “risparmio” che potrò riscontrare sul flusso di cassa? NO, in quanto è già “inglobato” nella mia decisione – ovvero è calcolato su base probabilistica. (Nella realtà ciò viene già considerato dal produttore, e quindi valutato a monte.)

A questo punto, però, ottengo un ulteriore vantaggio; lasciando da parte, per un momento, il fatto che io debba per legge acquistare una polizza “Rcauto” per porre la mia Ferrari in circolazione, una Compagnia assicurativa potrà finanziare il mio rischio (ora con probabilità 10 volte inferiore) chiedendomi un premio molto più basso.

Questo risparmio, a differenza del precedente, impatta direttamente sulla cassa perché nella strategia di finanziamento dovrò pagare un premio ogni anno per poter trasferire economicamente il rischio a un soggetto terzo (l’assicuratore). Ecco che, come per magia, il mio Costo Totale del rischio si riduce ulteriormente:

TCR1 senza freni 120.000 € (vedi sopra)
TRC2 con i freni 16.000 € (vedi sopra)
TRC3 (impianto frenante e polizza Rca + kasco) 20.000 € (scoperto kasco 10% in caso danno totale, danno a terzi risarcito al 100% entro massimale) * probabilità distruzione macchina e uccisione pedone (0,01%) = 200 €

+ costo annuo impianto frenante: 4.000 € (vedi sopra)

+ premio annuo polizze (Rca + kasco): 5.000 €

+ costi di gestione amministrativa assicurazione: 600 € = 9.800 €

Attraverso lo strumento dell’assicurazione è stato possibile quasi dimezzare ulteriormente il costo totale di questo scenario di rischio.

Sembra banale, vero?

E’ perfettamente comprensibile, date le semplificazioni dell’esempio, tuttavia se proviamo a traslare questo concetto all’interno dei processi aziendali ci rendiamo subito conto che la complessità aumenta in modo esponenziale, soprattutto per le correlazioni che si ottengono tra scenari di rischio apparentemente isolati.

L’errore che più spesso si compie è quello di voler subito “saltare” all’assicurazione (perché è mentalmente più semplice) varcando spessissime volte il limite dello strumento e cadendo cosi nella classica inefficienza che crea utile all’assicuratore e mal di pancia all’imprenditore (quando si chiede come mai lui paga-paga-paga, e l’assicuratore non paga “mai”! Ne abbiamo parlato raccontando la storia di Antonio LEGGI QUI).

In parole più semplici, la fretta può costar cara! Soprattutto in un contesto come quello attuale ove, con l’avvento della nuova Crisi d’impresa, il legislatore chiede agli imprenditori di dotarsi di modelli organizzativi preposti al mantenimento della continuità aziendale. (art. 2086 c.c.)

Se cerchi uno strumento che sia davvero dalla tua parte e che possa mettere in fila gli scenari a più alto impatto per la tua azienda, guarda subito cosa Risk Detector può mettere a disposizione della tua impresa!

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Nicola Massagrande