Parlare di funzione sociale di un istituto, quello assicurativo che, certamente, non gode dei migliori favori della pubblica opinione, potrebbe apparire quantomeno controcorrente.
Tuttavia, è una questione meramente “sociale” quella che ha dato origine a questo importante istituzione di tutela del proprio capitale, della propria persona e del proprio lavoro che deriva da un bisogno primario dell’individuo. Quello di proteggere sé stesso e il proprio patrimonio.
Lo scopo è quello di trasferire il rischio di un singolo in una collettività più ampia atta ad assorbire in modo meno traumatico un evento dannoso.
Esempi di “assicurazione” esistono fin dai tempi dei Faraoni. In Egitto nel 2700 a.C. fu istituita una cassa mutua per le spese funebri dei tagliapietre.
Nel corso dei secoli vi furono poi continue e variegate esperienze di “aiuto corporativo” che spaziavano dalla tutela della proprietà, vista la frequenza degli incendi, a quella delle coltivazioni e dei raccolti, sia da atti predativi che da eventi naturali.
L’esperienza umana che ha maggiormente contribuito a istituzionalizzare le assicurazioni è, probabilmente, la navigazione marittima. L’imprevedibilità e la violenza del mare e la conseguente necessità di proteggere i carichi (più “commerciali” che umani) ha dato vita a qualcosa di molto simile alle moderne coperture, la cui funzione principale è proteggere la libera iniziativa degli individui dai rischi e da possibili eventi avversi.
Non a caso la prima Società di Assicurazioni nasce a Genova nel 1424 e si chiamava “Tam mari quam terra”. La storia più nota dello sviluppo recente dell’istituto si svolge nella Caffetteria di Edward Lloyd a Londra, nei pressi del Tamigi, dove ne XVII secolo prende forma una delle più grandi corporazioni di assicuratori al mondo, nata dall’esigenza di Armatori e uomini d’affari di assicurare le loro navi.
Sempre in Inghilterra nasce, nel 1762, l’assicurazione sulla vita, con la pubblicazione delle tavole di mortalità che allora stimavano la speranza di vita media in 33 anni. La storia prosegue dando vita a sempre maggiori ambiti di tutela che oggi spaziano dall’incendio alla responsabilità civile, dalla tutela legale ai nuovi rischi emergenti come il “cyber risks”.
Il quadro che emerge è, dunque, quello di un istituto che si è sviluppato in modo indissolubile tra una necessità ancestrale di protezione e uno sviluppo economico e sociale che caratterizza le nostre società sempre più complesse, nelle quali emergono nuovi ed imprevedibili rischi.
Non a caso molti attenti osservatori delle società, in particolare Urlich Beck hanno definito la nostra società globalizzata come la “Società del rischio”. Ma questa è un’altra storia.
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