Il varo: come calare in acqua la barca senza pensieri
La bella stagione si avvicina ed è giunto il momento di risvegliare la barca dal letargo invernale. Nelle darsene, che cominciano a popolarsi, si susseguono le operazioni di rito per prepararsi alla nuova stagione delle quali vi parlerò in questo post.
In cosa consiste il varo?
Il varo è l’operazione con la quale l’imbarcazione (o lo scafo) viene calata in acqua per la prima volta, si differenzia dall’alaggio dove invece la barca viene tirata in secco oppure trainata contro corrente.
Non sempre il varo coincide con la fine dei lavori sulla nave. Esso rappresenta il momento in cui la nave viene appunto calata in acqua, e spesso succede che i lavori vengano ultimati successivamente, ormeggiando la nave ad un molo di allestimento.
Quest’operazione nella storia ha sempre portato con sé una buona dose di superstizione; curioso infatti che quando la “Concordia” fece naufragio all’isola del Giglio, subito si è ricordato come al momento del suo varo la bottiglia augurale lanciata contro lo scafo non si era rotta come previsto e auspicato.
Nel video che testimonia l’evento si sentono le espressioni attonite dei presenti che sottolineano il cattivo presagio. Del resto anche al grande Titanic capitò lo stesso incidente al momento del battesimo, con l’esito noto.
Oggi le operazioni di varo e alaggio, soprattutto nella nautica da diporto, sono per nostra fortuna molto meno faticose di un tempo. Tra scivoli e gru ogni tipo di barca viene messa in acqua o tirata in secco in poco tempo per il relativo rimessaggio o per le manutenzioni quali la pulizia della carena o l’applicazione di antivegetativa.
Tali manovre non sono però esenti da rischi, basti ricordare a tal proposito il naufragio immediato che toccò a una delle più belle e lussuose imbarcazioni mai costruite dai cantieri italiani, la “Principessa Jolanda“, subito affondata nelle onde appena scivolata in acqua.
L’utilizzo di mezzi meccanici per le manovre porta con sé alcuni rischi. Quello cui prestare maggior attenzione, per i danni ingenti che può cagionare, è senza dubbio la caduta rovinosa della barca sulla banchina.
Tra i motivi più comuni:
- errata manovra;
- errata distribuzione del peso da parte dell’operatore;
- folata improvvisa di vento;
- cedimento di qualche componente.
I danni che ne scaturiscono possono limitarsi alla barca sollevata, oppure interessare anche cose e persone che si trovano nelle vicinanze.
E’ molto importante quindi verificare questi due aspetti:
- che la propria copertura assicurativa “Corpi” preveda il rimborso di questi danni (non tutte le Compagnie assicurative coprono tali rischi);
- che la darsena o il cantiere siano dotati di idonea copertura assicurativa di responsabilità civile terzi, in quanto obbligati al risarcimento se responsabili.
A tutti i nostri clienti garantiamo copertura per le operazioni di varo e alaggio in tutto il mondo. Una polizza curata nei dettagli evita al proprietario di intraprendere lunghe e spiacevoli azioni di recupero nei confronti del responsabile.
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